Il punk è anche lgbt

image001   di Tom Dacre Nei locali LGBT si ascolta solamente musica pop, senza mai un accenno di metal, nonostante i molteplici artisti LGBT presenti nella scena metal, ne’ un accenno di musica punk, sebbene il punk sia stato molto dissacrante verso gli stereotipi di genere e contro le discriminazioni e il perbenismo e il puritanesimo della società borghese.

Nato a metà degli anni ’70 in inghilterra il punk si mostrò subito come una cultura di rottura, con una musica poco curata, molto veloce e rude, costituita da sonorità semplici e disturbanti, diversa dalle sonorità e dagli accordi ricercati e difficili della cultura rock precedente. La moda punk dissacrava il modo di vestire classico in modo provocatorio: capelli corti, sia per maschi che per femmine, e colorati, giubbini in jeans o in pelle, pantaloni strappati, kilt portati sia da uomini che da donne, collant strappati portati da entrambi i sessi, catene, borchie, lucchetti con catena portati come collana, collari sadomaso, stivali anfibi militari, già nelle prime formazioni punk c’erano artisti dichiaratamente LGBT, come Pete Shelley, il cantante della band punk inglese The Buzzcocks dichiaratamente bisessuale.

image004Uno dei simboli che ha caratterizzato la subcultura punk sin dal ‘77 è la capigliatura con la cresta detta a moicano, spesso colorata, introdotta da Derby Crash, cantante della band punk statunitense The Germs, che era apertamente omosessuale, anche se non è purtroppo una figura nota alle persone LGBT.

Le canzoni punk erano principalmente di provocazione, e parlavano di caos e violenza, anche se la band punk inglese Crass introdusse anche temi più politici e di lotta,  i Crass credevano in una società anarchica, priva di sfruttamento e gerarchie, e le loro canzoni si schieravano contro razzismo, omofobia, sessismo e discriminazioni.

Uno dei sottogeneri più noti del Punk,  l’HardCore Punk (HC Punk), nato in California nell’81 con la band D.O.A, si distingue per le creste colorate, gli abiti provocatori sadomaso e in pelle, oppure per i ben meno vistosi abiti skater, con scarpe larghe da skate, maglie larghe, pantaloncini e cappelli con visiera.
Nella loro musica aumenta la velocità, e la voce diventa molto più stridula,  i temi rimangono comunque quelli di ribellione al sistema e quelli di denuncia al razzismo, al sessismo e all’omofobia, e la critica al sistema capitalista.

image003Tra le band l’HardCore Punk statunitensi una delle più note, gli MDC, ha scritto testi fortemente antiomofobi quali “America So Straight?” e “Pay to Come Along”, e il loro cantante, Dave Dictor, eterosessuale, come critica al sessismo si è esibito anche vestito da donna,  e ha appoggiato molto le battaglie della comunità LGBT.

Nonostante molti artisti punk sia etero che queer abbiano appoggiato la comunità LGBT, purtroppo nella comunità LGBT sono in pochissimi ad apprezzare questo tipo di musica e la sua cultura. Ci auguriamo che questa tendenza possa cambiare e che molte persone LGBT si interessino a tale cultura che, con le sue provocazioni e la sua musica, ha dato loro un grande appoggio.