Italia 2020: 1303 nuove diagnosi di positività all’hiv

Come consuetudine riportiamo, in occasione della giornata mondiale della lotta contro l’Aids, i dati dell’Istituto Superiore della Sanità relativi al 2020.

Le diagnosi per l’anno 2020

Nel 2020 le nuove diagnosi di sieropositività all’HIV sono state 1.303, pari a una incidenza di 2,2 nuove diagnosi ogni 100.000 residenti,  inferiore alla media dei Paesi dell’Unione Europea che è di 3,3 casi per 100.000 residenti.

Nel 2020 le incidenze più alte sono state registrate in Valle d’Aosta, Liguria, Provincia Autonoma di Trento e Lazio.

Dal 2012 (anno in cui i dati sulle nuove diagnosi di infezione da HIV hanno una copertura nazionale) in Italia si osserva una diminuzione delle nuove diagnosi HIV.

Dai 4.162 nuovi casi del 2012 siamo scesi ai 3.578 nel 2017 e ai 2.531 nel 2019.

Nel 2020 l’88,1% delle nuove diagnosi di infezione da HIV è attribuibile a rapporti sessuali non protetti da preservativo.

Delle 1303 persone  che hanno scoperto di avere l’Hiv nel 2020, il 70,9% sono maschi.

Di questi il 45,7% sono MSM maschi che fanno sesso coi maschi e 25,2% sono maschi etero.

I maschi che fanno sesso ci maschi al primo posto per il secondo anno consecutivo.

L’espressione maschi che fanno sesso con maschi (MSM) descrive un comportamento, non un orientamento sessuale.
Include tutti gli uomini – gay, bisessuali o eterosessuali – che hanno rapporti sessuali con altri uomini.

Per il secondo anno consecutivo la quota di nuove diagnosi HIV attribuibili a maschi che fanno sesso con maschi ha superato quella dei rapporti eterosessuali.  Nel 2020 la percentuale di MSM è del 45,7% (nel 2019 era di 42,2) mentre quella etero è rimasta pressoché invariata  42,4% nel 2020 ( 25,2% maschi e 17,2  femmine) mentre nel 2019 era al  42,3  (25,2% maschi e 17,1 femmine).

L’età mediana è di 40 anni sia per i maschi che per le femmine.

L’incidenza più alta è stata osservata tra le persone di 25-29 anni (5,5 nuovi casi ogni 100.000 residenti) e di 30-39 anni (5,2 nuovi casi ogni 100.000 residenti).
In queste fasce di età l’incidenza nei maschi è circa 4 volte superiore a quelle delle femmine.

Late presenters

Il dato dolente resta quello della quota di persone con diagnosi tardiva di sieropositività all’hiv (60%),  con bassi CD4 o in AIDS conclamato (late presenters) contro una media europea del 51%.
In altre parole, hanno scoperto di avere contratto il virus troppo tardi con rischi  per la loro  salute. 

Nuovi casi di Aids

Nel 2020 sono stati  352 i nuovi casi di Aids, con un’incidenza di 0,7 nuovi casi per 100.000 residenti.

L’80% di questi casi è costituito da persone che hanno scoperto di essere Hiv positive nei sei mesi precedenti alla diagnosi di Aids.

Rimane stabile il numero di decessi in persone con Aids.

L’influenza dell’emergenza Covid-19 sui dati Hiv. 

Nel 2020 c’è stato un calo del 56% delle nuove diagnosi HIV rispetto ai tre anni precedenti.
Tale diminuzione è risultata più elevata nei giovani, nel Nord Italia e minore al Centro.
Le persone Late presenters hanno mostrato un decremento meno rilevante rispetto al resto delle diagnosi.

Il fatto che la  diminuzione di nuove diagnosi di Hiv è maggiore nelle Regioni del Nord, che sono state colpite più duramente dalla pandemia di COVID-19, e che si ridotto il numero di persone che non avevano un sistema immunitario compromesso (CD4 > 350) e che quindi avevano presumibilmente una minore urgenza di eseguire il test, potrebbero suggerire che almeno una parte del calo di nuove diagnosi osservato nel 2020, sia collegato alle conseguenze della pandemia di COVID-19.

Solamente nei prossimi mesi potremo verificare concretamente questa ipotesi.

Anche in tempo di Covid l’uso del profilattico difende dall’hiv e dalle altre infezioni sessualmente trasmesse.  

In occasione della Giornata Mondiale di Lotta contro l’AIDS, oggi, 1 dicembre 2021, il Servizio di counselling Telefono Verde AIDS e Infezioni Sessualmente Trasmesse – 800861061 dell’Istituto Superiore di Sanità sarà attivo dalle 10.00 alle 18.00.